In alcune città italiane è già in vigore la tassa di soggiorno a 10 euro che fa storcere il naso agli albergatori.
Diverse città italiane hanno introdotto la tassa di soggiorno che ammonta a 10 euro. Una misura che ha fatto indispettire gli albergatori, i quali temono che il loro lavoro possa essere penalizzato, con un eventuale calo dell’affluenza di visitatori e turisti. Ciononostante, la tassa di soggiorno maggiorata sarà applicata anche ad altre città, oltre a quelle in cui è già in vigore.
Tassa di soggiorno di 10 euro: le città in cui è applicata
Tassa di soggiorno da 10 euro a notte già in vigore in diverse città italiane. L’aumento di tale tassa è legata alla nuova legge di Bilancio e, per questo, in alcune città dello Stivale può arrivare fino a 10 euro a notte.
Gli operatori del settore turistico hanno espresso la propria preoccupazione in merito a questa misura che, nei fatti, potrebbe avere delle ripercussioni molto importanti sulle proprie attività.
Il costo della tassa di soggiorno può essere elevato fino a dieci euro a notte, secondo quanto previsto dall’articolo 787 della Legge di Bilancio, in tutte quelle città in cui è stato registrata una presenza turistica che superi, almeno di 20 volte, i propri residenti.
Le rilevazioni ISTAT che possono essere prese in considerazione, secondo l’articolo, riguardano il triennio 2017-2019 – escluso il periodo pandemico – per poi procedere all’aumento della tassa per il triennio 2023-2025.
Pomarance (Pisa) è stato uno dei primi comuni a voler introdurre la tassa di soggiorno, stabilendo varie tariffe:
- i camper sono esonerati dal pagamento;
- alberghi a 1 o 2 selle: 0,50 centesimi di euro;
- alberghi a tre stelle, affittacamere, agriturismi, B&B, campeggi e case vacanze: 1 euro;
- Alberghi a 4 stelle: 1,50 euro.
La stessa decisione è stata presa anche per Laveno Mombello, dove la tassa andrà in vigore a partire dal 1° aprile 2023, con tariffe che partono da 1,50 per gli hotel a 1 o 2 stelle, fino ad arrivare a 2,50 per quelli da quattro stelle in su.
Le città che potrebbero adottare la tassa a 10 euro
L’incremento del costo della tassa di soggiorno per ogni singola notte trascorsa in specifiche città italiane ha scatenato la protesta di Federlalberghi e Assoturismo Confesercenti.
I Comuni che, a breve, potrebbero introdurre una tassa di soggiorno di 10 euro a notte, in base agli afflussi turistici che, normalmente, registrano sono Venezia, Firenze, Rimini, Pisa, Siena e Verbania. In questi luoghi, la presenza turistica supera, di gran lunga, la soglia minima imposta dalla nuova legge di Bilancio.